Il trattamento acustico del vostro studio di registrazione può essere uno dei motivi per cui le vostre produzioni non suonano in maniera professionale.
Infatti non esiste nessun’altra cosa che può migliorare le vostre produzioni come un ambiente di ascolto equilibrato.
In questo articolo cercheremo di fornire alcuni rudimenti teorici sull’acustica degli ambienti di ascolto, dandovi dei piccoli consigli (anche con metodi “casalinghi”) su come risolvere i vari problemi acustici che si possono presentare.
Come avere un buon trattamento acustico: iniziamo dalla teoria.
I modi e la fase.
Se non avete ancora ben chiaro cosa siano i MODI della vostra stanza di ascolto e come la FASE influenzi gli stessi, è meglio che posiate il mouse, e continuiate a leggere fino in fondo prima di iniziare la prossima produzione.
Partiamo dalle basi.
Il suono si propaga sotto forma di onde sonore di lunghezza diversa in base alla frequenza. Onde più lunghe sulle frequenze basse, più fitte sulle alte. Le onde sonore hanno la proprietà di rimbalzare sulle superfici (e quelle basse di attraversarle pure) come la palla di un biliardo quando rimbalza sulla sponda dello stesso cambiando direzione fino a che ha “forza propulsiva”. La FASE dell’onda invece stabilisce il punto di inizio dell’onda in base al suo ciclo, e quindi stabilisce anche in che punto del suo ciclo (gobba o valle) la stessa “sbatterà” sulla parete.
A questo punto quando l’onda sbatte su una superficie e rimbalza, se la forma d’onda di ritorno è speculare a quella dell’andata, si “cancellerà” il suono, diminuendo il volume percepito.
Di contro, se l’onda tornerà indietro in modo uguale alla forma di andata, il suono verrà riflesso “sommato”, ottenendo un volume percepito più alto.
Esatto percepito. Non reale.
Il problema è proprio questo. Infatti, nella vostra produzione esisteranno delle informazioni sonore “scritte” che saranno da voi percepirete in modo alterato in base alla vostra stanza. A questo punto, se la vostra stanza “cancellerà” determinate frequenze, tenderete ad aumentarle, sovraccaricando la vostra produzione su qualunque altro impianto e ambiente di ascolto. Viceversa nel caso la vostra stanza “aumenti certe frequenze” tenderete ad abbassarne il volume in fase di produzione, risultando in un ascolto vuoto su altri impianti.
A questo punto capire i i modi della stanza dovrebbe essere più facile.
I modi non sono altro che le frequenze specifiche che la vostra stanza aumenta o diminuisce in base alla sua struttura di altezza, larghezza e profondità.
Infatti, ogni frequenza ha una determinata “lunghezza d’onda” e quindi ogni dimensione di stanza ha la sua frequenza critica. Ci sono molti siti che forniscono gratuitamente strumenti (basta scrivere su Google ROOM MODES CALCULATOR) per calcolare i modi della propria stanza e cominciare a capire quali frequenze correggere.
Ovviamente, per un lavoro ancora più raffinato bisognerebbe fare delle misurazioni con strumenti professionali, soprattutto dopo aver posizionato i monitor (sorgente delle onde) e i vari mobili (elementi riflettenti), ma già iniziare dai modi base della propria stanza di ascolto è un buon inizio.
Consigli pratici per avere un home studio equilibrato.
Qualcuno potrebbe dire a questo punto: “tappezzo tutto con dei bei pannelli assorbenti e un bel po’ di bass traps (materiali adatti ad assorbire le frequenze basse) e ho risolto il problema”.
ERRORE!
Infatti non c’è cosa peggiore di una stanza di produzione “morta”, ossia senza un minimo di diffusione delle frequenze. È fondamentale riuscire ad avere una stanza equilibrata ma che nel contempo possa risultare “viva” con un minimo riverbero organico.
Come fare? Prima di tutto se state lavorando in un tipico home studio, avrete sicuramente tutte pareti parallele.
A questo punto il primo passo sarà quello di cercare di limitare questa simmetria della stanza, in modo da limitare l’effetto somma/sottrazione delle onde, soprattutto dove le casse “indirizzano” il loro suono.
A tal proposito è indicato acquistare dei pannelli assorbenti per trattare prima di tutto i due muri laterali dove il woofer è direzionato (il woofer destro vi indicherà dove posizionare il trattamento sul muro sinistro e viceversa).
Ricordate sempre che i vostri monitor dovranno avere una posizione angolare rivolti verso il producer secondo la regola del triangolo equilatero.
La posizione ottimale per uno studio di produzione è con i due monitor sui due angoli del triangolo inclinati verso l’interno e il producer sul terzo angolo.
l’immagine di sinistra rappresenta la posizione ottimale del producer – nell’immagine di destra pannelli trattamento acustico pareti laterali professionali.
A questo punto, dopo le pareti laterali, si interviene sulla parete di fondo. Qui bisogna creare una discontinuità, magari sempre con prodotti in commercio esattamente tarati per questo principio. In alternativa è possibile optare anche per una versione “casalinga” sfruttando ad esempio una tenda. Basterà apporne una molto spessa sulla parete di fondo in modo che crei delle onde di circa 10 cm. Più le onde sono fitte e il materiale spesso, più l’effetto sarà sensibile. Stessa cosa potrebbe essere fatta per la parete frontale. In questo modo eviterete che le onde comincino a rimbalzare tra la parete frontale e quella posteriore.
due tipi di trattamento: a sinistra quello con tenda spessa e ampia che crea abbondanti onde: a destra pannelli professionali di diffusione acustica da mettere nel caso la stanza risulti troppo “spenta”
Il passaggio successivo sarà sistemare il riflesso pavimento-soffitto.
L’ideale sarebbe trattare con un prodotto ad-hoc il soffitto sopra il producer. Per trattare questo aspetto riducendo i costi potreste mettere un bel tappeto (che assorbe ed evita le rifrazioni) sotto il producer. A questo punto avremo le varie rifrazioni primarie “sotto controllo” ma non avremo una stanza morta.
Infatti soffitto e pavimento rifletteranno dando un minimo di “vita”.
trattamento per riflessi pavimento / soffitto: a sinistra un tappeto nella versione più “casalinga” a destra il soffitto trattato con pannelli specificamente realizzati
L’ultimo passo, ma forse il più importante sarà quello di gestire le frequenze basse, che sono spesso le più difficili e fastidiose.
Difficili perché sono frequenze molto forti e fastidiose perché si sommano o cancellano prepotentemente rovinando in modo impattante l’ascolto. Per gestire queste frequenze, di solito un buon inizio è mettere un paio di bass-traps nei due angoli di fronte o in fondo alla stanza. Ne esistono moltissimi tipi in commercio, ma potete cominciare anche in modo casalingo con due cuscini (meglio se molto densi) schiacciati in un bustone che potete poi ricoprire con un bel lenzuolo. Posizionatene uno per angolo e vi renderete conto come i vari “rimbombi” dovrebbero diminuire.
a sinistra trattamento acustico di bass trap “fai da te” – a destra pannelli professionali ARTNOVION che uniscono design e acustica perfetta a costi accessibili
Ovviamente nessuno di questi accorgimenti sarà da solo risolutore. Ma l’insieme di tutti questi accorgimenti renderà la vostra stanza più equilibrata e vi metterà in condizione di sentire meglio quello che metterete nelle vostre produzioni.
Detto ciò, ci teniamo a ricordarvi che non sarà nemmeno tutto questo processo a farvi fare dei bei dischi, ma sempre e soltanto le idee che ci mette dentro. Cercate di essere sempre diversi da ciò che c’è in giro e di mettere sempre qualcosa di unico in ciò che fate. A questo punto una buona stanza con un buon trattamento acustico, sarà davvero il vostro miglior alleato!
Alex Tripi
Nello Greco
A.k.a The ReLOUD
Per approfondire le vostre conoscenze tecniche www.mat-academy.com